Dio ti prende e ti mette sempre in movimento! Una passeggiata forse non troppo leggera, quella di Pietro Giacomo e Giovanni: si tratta di salire su un monte ed il monte è sempre, nella Scrittura, simbolo di un incontro particolare con Dio, un’occasione unica, per pochi. Bisogna però accettare di lasciarsi mettere in cammino dalla vita, non si può restare fermi con Dio.

Gesù sceglie solo 3 dei suoi 12 apostoli: perché proprio loro? Cos’hanno fatto? Basta leggere i brani immediatamente precedenti a quello di oggi per aver chiaro che non hanno fatto proprio niente, non se lo sono affatto meritato. Pietro aveva appena ricevuto un bel rimprovero: “Và dietro a me Satana!”, gli aveva gridato Gesù. Allora qual è il motivo di questa chiamata particolare? Nessuno! L’elezione di Dio è solo gratuita e immeritata. Dio ti accade! Bisogna lasciare che Dio ci accada come e quando vuole Lui.

Ed è interessante la reazione di Pietro di fronte a Dio che si manifesta in tutta la Sua Gloria: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Davanti a Dio che accade, Pietro vuole solo rimanere! Non riesce più a pensare ad altro! In molti, hanno interpretato queste parole di Pietro come un eccesso di euforia, un desiderio di fuga dalla realtà…

Ma voler rimanere è, in verità, l’unica reazione adeguata all’incontro serio e profondo con Dio. Dio ti accade come un’attrazione, Dio è capace di un fascino irresistibile, è fatto di bellezza, non di doveri, di noia e fatiche. La prima risorsa di un cristiano è proprio l’attrazione che subisce! Ed è solo per via d’attrazione che possiamo arrivare a vivere una qualità tanto alta dell’amore com’è quella del rimanere! Senza questo tipo di esperienza saremmo tutti capaci di vivere in fuga per l’intera esistenza, di passare da uno stimolo all’altro, da una relazione all’altra senza affondare mai le radici, senza rimanere mai.

Noi non ci crediamo abbastanza al fascino di Cristo! Dio può arrivare a piacerti così tanto, da decidere che, nella vita, tu non vuoi fare altro che rimanere con Lui! Questo è il senso dell’esistenza dei monaci e delle monache: semplicemente rimanere, in un mondo in cui non rimane più nessuno. Rimanere dove risuona, giorno dopo giorno, la voce di un Amore che basta alla vita!

Ma che significa rimanere con Dio? Di cosa è fatta questa attrazione? Ce lo dice il Vangelo: Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo». C’è una relazione d’amore di cui siamo fatti partecipi, una relazione che esiste a prescindere da noi, quella tra il Figlio e il Padre.

Interessante però la reazione dei tre apostoli all’udire la voce del Padre: All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Questo timore è, in realtà, nella Scrittura proprio la garanzia della Presenza di Dio. L’Antico Testamento narra sempre di un sacro timore quando racconta le storie di uomini e donne che incontrano Dio. Ma, nel Vangelo di oggi, leggiamo che proprio a questo punto accade la Novità: Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: «Alzatevi e non temete». La grande svolta sta nella mediazione di Gesù: una mano che ti strappa dal cuore l’immagine di un dio che ti fa paura e con cui è impossibile rimanere. La scoperta della prossimità di Cristo segna un prima e un dopo nella vita, perché ti riconsegna alla tua più profonda identità, quella di figlio. Tu sei con lui il figlio amato e questo chiude la bocca alla solitudine, per sempre.