«Finché siamo in grado di lavorare, non dobbiamo tentare il nostro Dio, e quando viviamo del nostro lavoro, viviamo del dono che Egli ci largisce, poiché è Dio che ci accorda la possibilità di lavorare. Ed ecco il motivo per noi perché non ci angustiamo del necessario alla vita. Sappiamo infatti che c’è un Dio il quale, quando siamo in grado di lavorare, ci nutre e ci veste come il normale degli uomini, che da Lui sono nutriti e vestiti; quando poi non possiamo più lavorare, lo stesso Dio provvede a cibarci e a vestirci come fa con gli uccelli che nutre o con i gigli che ammanta, delle quali creature noi valiamo di più».
(Il lavoro dei monaci)